Ridisegniamo l'accoglienza per ridisegnare le città
A partire dalla fine dell’estate sono apparsi su varie testate giornalistiche articoli sul tema dell’accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo. I sindaci di Milano e Bergamo affermano che il percorso dell’accoglienza va modificato. Molti piccoli Comuni da Nord a Sud Italia, che hanno aderito alla rete Sprar, denunciano la doppia accoglienza alla quale sono “costretti”: «Troppi migranti sul nostro territorio, siamo i beffati della doppia accoglienza». Ancora una volta, un mix di dichiarazioni superficiali e retoriche si intrecciano a toni allarmistici. Ancora una volta l’immigrazione è vista come un problema, un costo invece che una risorsa. Tutto questo non fa altro che distogliere l’attenzione dal vero problema: il sistema di accoglienza in Italia mantiene le persone in condizioni di non raggiungere una propria autonomia, non è pensato per produrre inclusione nel tessuto sociale e molto spesso è fonte di business. Un numero sempre maggiore di titolari di protezione internazionale, esaurite le forme di accoglienza, fatica a raggiungere un livello minimo di autonomia. Questo è l'effetto di un approccio che continua ad essere emergenziale per affrontare un fenomeno, invece, ormai strutturale del nostro tempo. Bisogna poi fare una riflessione sull’aumento dei dinieghi e sulla riforma proposta dal Ministro della Giustizia sul processo dei ricorsi in materia di protezione internazionale. La maggior parte delle richieste viene respinta per una semplice ragione: secondo la logica degli Hotspot, i cosiddetti “migranti economici” sono da respingere poiché “non sono in pericolo” e provengono quindi da Stati "sicuri". Niente di più falso! È proprio questa modalità che crea un esercito di invisibili senza diritti a disposizione di qualsiasi ricatto. Da un lato, le camerate sovraffollate o addirittura le tende, nessun progetto di inclusione sociale, ma persone parcheggiate in quelli che qualcuno ha definito “aspettatoi” in attesa…in attesa di sapere se potranno avere accesso ad una vita migliore. Dall'altro, una comunità che si autofinanzia per mettere a disposizione servizi ed opportunità, come scuole di lingue, sportelli di assistenza sanitaria o legale e, ancor prima, un luogo caldo dove poter dormire. Una straordinaria mobilitazione civica in favore dei migranti. La dignità delle persone è al centro di progetti di accoglienza nati dal basso. È il caso del Baobab, un’importante esperienza di accoglienza dal basso, nata a Roma, a pochi passi dalla stazione Tiburtina, dove un gruppo di attivisti, sostenuti dalla cittadinanza degna, fornisce assistenza ai migranti transitanti. Un altro virtuoso modello di accoglienza è quello di Casa Andrea Gallo (Don) #perlautonomia di Rimini, nata dalle lotte sul tema del diritto all’abitare attraverso la “Campagna Una casa per tutti” che non si limita ad offrire un posto letto ma che predispone tutte le condizioni per portare avanti un progetto di vita degna. Queste iniziative, insieme a molti altri piccoli progetti lanciati spontaneamente, tracciano la mappa di un nuovo approccio civico e solidaristico al fenomeno migratorio, diventato centrale nel 2015 dopo che con le immagini provenienti dai Balcani è stato chiaro a tutti che la crisi dei profughi era ormai arrivata nel cuore dell’Europa. Saranno presenti: *Roberto Viviani e Andrea Costa: Baobab Experience, Roma * Manila Ricci: Casa Andrea Gallo Rimini #perlautonomia, Rimini * Volontar* e attivist* di Accoglienza Degna, Bologna Alla fine dell’incontro gli ospiti di Accoglienza Degna insieme a* pizzaiol* deLàbiopizza a Làbas prepareranno per tutt* gustose pizze bio e sarà possibile assaggiare la birra artigianale di Schiumarell - Birrificio sociale.