Tre giorni di mobilitazioni in Messico contro i mega-progetti
In occasione delle giornate del 20-21-22 febbraio por la Defensa del Territorio y de la Madre Tierra “Samir somos todas y todos” in Messico sono state organizzate azioni dislocate, un corteo e una assemblea per esigere giustizia per l’uccisione di Samir Flores Soberanes e per coordinare le diverse resistenze territoriali contro i mega-progetti in corso nel paese.
La tre giorni di mobilitazioni era stata lanciata dal CNI e dall’EZLN in occasione del Foro en Defensa del Territorio y de la Madre Tierra che si è tenuto nei giorni 21-22 dicembre a San Cristóbal de las Casas nel nuovo Caracol Jacinto Canek, già sede del CIDECI.
Giovedì 20 febbraio sono state organizzate azioni dislocate in tutto il Messico e anche in altri paesi. In particolare, ad Amilcingo si è tenuta una commemorazione per Samir Flores — attivista, maestro e redattore della Radio Comunitaria Amiltzinko — ucciso il 20 febbraio 2019, durante la quale si è chiesto giustizia per il suo caso e per quello di tutti gli altri attivisti politici scomparsi, detenuti o assassinati.
In Chiapas invece tutti i Caracoles zapatisti hanno organizzato diverse azioni che vanno dalle fiaccolate alla posa di manifesti e ofrendas.
Venerdì 21 una manifestazione nazionale ha attraversato le strade della capitale. Circa 7mila persone tra cui comunità indigene provenienti prevalentemente dagli stati di Morelos, Michoacán, Guerrero, Oaxaca, Estado de México, Chiapas, Puebla e Querétaro, contadini, studenti e appartenenti al Movimiento Urbano Popular si sono date appuntamento davanti agli uffici della Comisión Federal de Electricidad (CFE). Il corteo è terminato nello zocalo dove in circa un’ora è stato installato un anti-monumento in ricordo di Samir di fronte al Palacio Nacional, sede del governo. “L’immagine di Samir nello zocalo capitolino rappresenta la situazione di rischio e repressione che vivono coloro i quali difendono i diritti umani nel paese. Il busto, infatti, ha la funzione di ricordare alle autorità dello stato messicano il loro obbligo di proteggere e garantire la difesa e la sicurezza delle persone che lottano per i diritti umani, così come esigere giustizia per il suo assassinio” ha dichiarato il Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra y Agua Morelos, Puebla, Tlaxcala.
Sabato 22 infine si è tenuta ad Amilcingo un’assemblea del CNI allargata a tutte le realtà che hanno sostenuto la candidatura di Marichuy alle ultime elezioni. In totale hanno partecipato 600 delegati appartenenti a 17 pueblos originarios. Oggetto della discussione è stato proprio l’organizzazione e il coordinamento dei popoli indigeni in lotta contro i mega-progetti, ma come ha sottolineato Carlos González del CNI “la partecipazione di settori urbani e nuovi comunità è sintomo di un maggiore malcontento sociale”. Va inoltre segnalato il tentativo di coordinarsi con le lotte femministe e le proteste contro i femminicidi e le sparizioni forzate. L’assemblea ha anche definito un’agenda di nuovi momenti di azione per la difesa del territorio: partecipazione alla due giorni di mobilitazioni femministe previste per l’8 (corteo) e il 9 marzo (sciopero); azioni dislocate dal 10 al 30 aprile; partecipazione al corteo del 1 maggio in chiave anticapitalista e femminista; 16 e 17 maggio nuova assemblea “per continuare a organizzare iniziative contro i megaprogetti”. Resta da definire una possibile assemblea da tenersi il 20 di marzo in Yucatán, uno degli stati maggiormente interessati dal progetto del Tren Maya.
(Foto di Luis Colchado e Daliri Oropeza, Pié de Pagina)